Rete Teatrale Aretina

WIEGENLIED-NINNANANNA PER L’ULTIMA NOTTE A TEREZIN

domenica 31 gennaio / ore 21.15 / Teatro Verdi

linea BLU

Officine della cultura – Pavel Zalud Orchestra
WIEGENLIED-NINNANANNA PER L’ULTIMA NOTTE A TEREZIN
“11 strumenti originali dal ghetto di
Terezín”
progetto a cura di Matteo Corradini


Pavel Zalud musicisti a Terezin

L’ex deportato Ruth Kluger ha osservato che «A Theresienstadt la cultura aveva un valore enorme». Nel ghetto sono nati e cresciuti numerosi cori, gruppi di cabaret, orchestre di musica classica e popolare. Era attiva perfino la critica musicale, nonché lezioni di musica e di teoria musicale, in particolare ad opera di Viktor Ulmann. Si potevano ascoltare le opere sinfoniche e da camera di Mozart, Beethoven, Brahms, Janácek e Suk, oltre a oratori, canti religiosi e nazionali, e opere come Carmen, Tosca. Chi era in possesso di una rara autorizzazione, poteva passare due ore nel caffè musicale che era stato aperto l’8 dicembre 1942, e ascoltare musica popolare e swing. A Terezín sono stati composti nuovi e originali pezzi di musica negli stili più diversi. Molti degli artisti imprigionati hanno cercato di mantenere la propria identità musicale attraverso lo studio e la prosecuzione della loro attività. Alcuni tra loro sono stati esonerati dai lavori del campo per essere inseriti nella cosiddetta “Divisione Svago” (Freizeitgestaltung).I momenti di cultura erano in netto contrasto con il tentativo quotidiano di sopravvivere. Vista la loro utilità a scopo di propaganda, la direzione SS del ghetto non solo tollerava, ma anzi accolse spesso con favore la vita culturale dei prigionieri.

Nel dicembre 1943 cominciò il cosiddetto “abbellimento della città” (Stadtverschönerung). L’obiettivo dei nazisti era di mostrare Theresienstadt al mondo, e in particolare agli ispettori della Croce Rossa Internazionale, come un modello di insediamento ebraico. Proprio durante la visita di una commissione della Croce Rossa, i musicisti detenuti hanno eseguito il Requiem di Verdi e l’opera per bambini Brundibár di Krása.

Il film di propaganda Theresienstadt. Ein Dokumentarfilm aus dem Jüdischen Siedlungsgebiet (Theresienstadt: un documentario della zona di insediamento ebraico), realizzato dai nazisti tra l’agosto e il settembre del 1944, ha uno scopo di propaganda simile. Per l’occasione, i nazisti utilizzarono gli strumenti Zalud recuperati dal magazzino non lontano da Terezín. Nelle operazioni di liquidazione del ghetto, dal 28 settembre al 28 ottobre 1944, gran parte dei musicisti vennero deportati ad Auschwitz, tra i quali i compositori Pavel Haas, Hans Krasa, Gideon Klein e Viktor Ullmann. In seguito e per le stesse ragioni propagandistiche, la vita culturale è stata ricostruita a Theresienstadt, con l’aiuto dei restanti detenuti e dei prigionieri appena arrivati.

Dalla primavera del 2009, lo scrittore ed ebraista Matteo Corradini ha recuperato undici strumenti musicali di marca Zalud appartenuti a musicisti ebrei deportati nel ghetto di Terezín e utilizzati nel ghetto nel corso del progetto di propaganda nazista: 1 violino, 4 clarinetti, 1 oboe, 1 flauto traverso, 2 ottavini, 1 mandolino, 1 basso tuba. Realizzati tra la fine del XIX secolo e il 1932 a Terezín, gli strumenti hanno accompagnato il destino degli ebrei del ghetto, in particolare dei musicisti praghesi e tedeschi.La fabbrica di strumenti Zalud ha operato a Terezin dalla seconda metà del XIX secolo fino a circa il 1932. Quattro generazioni di produttori di strumenti si sono susseguite, e ciascuna ha contribuito alla nascita in particolare di strumenti per piccole formazioni estremamente dinamiche, e per corpi bandistici: tra i pezzi prodotti in primis vanno annoverati legni e ottoni, ma anche violini e mandolini.

La Pavel Zalud Orchestra nasce da un’idea di Matteo Corradini ed è diretta da Enrico Fink, suona per la prima volta tutti insieme gli 11 strumenti musicali, riportati alla vita, in un concerto-reading che debutterà al Teatro Comunale di Piacenza, con un’anteprima al Teatro Verdi di Monte San Savino, in occasione della Giornata della Memoria 2016.

Lo spettacolo è incentrato sulle musiche composte negli anni del ghetto, in particolare da Ilse Weber, e sul racconto dell’esperienza unica di Terezín. Si alternano, concatenandosi e fondendosi, alcune letture, l’intreccio tra parole lette e musica farà da filo conduttore. Attraverso alcune figure (i ragazzi che resistono, uno scultore solitario, un giustiziato che in sogno si mette a parlare, una lampadina da accendere…) ci si potrà interrogare sul senso della verità, e su come la si possa cercare anche quando tutto intorno crolla. Anche quando la vita è in fortissimo pericolo. Parole e musica creano poco per volta un dialogo in crescendo, tra commozione e sorrisi.

L’orchestra ha sede tra Firenze e Arezzo, ed è formata da 15 musicisti di provenienza internazionale, provenienti dall’esperienza dell’Orchestra Multietnica di Arezzo.