Rete Teatrale Aretina

J.T.B || TEATRO MECENATE

sabato 16 maggio / 21.15 / Teatro Pietro Aretino

 “JTB” di Lorenzo Garozzo vince la prima edizione del concorso legato al progetto Scritti per la scena della Rete Teatrale Aretina.

La Rete Teatrale Aretina dà vita al nuovo progetto Scritti per la scena, collegato al cartellone della rassegna di Teatro Contemporaneo Micronde. Tra i protagonisti del progetto una parte degli Spettatori Erranti (anch’essi frutto di un progetto di formazione del pubblico promosso della Rete Teatrale Aretina), che per l’occasione sono stati battezzati col nome di Grandi Lettori.

LOCANDINA JTB_LIGHT

 

Cos’è “Scritti per la scena”?
Il progetto, che si pone l’obiettivo di individuare e valorizzare nuovi autori e nuove drammaturgie destinate alla messa in scena, è diviso in tre parti. Nella prima fase i Grandi Lettori sono stati chiamati a svolgere il difficile e prestigioso compito di selezionare tre drammaturgie tra le dieci segnalate dalla redazione di Hystrio, storica rivista teatrale, e dal circuito NDN. I tre testi selezionati sono stati successivamente valutati da una giuria scientifica, formata da Claudia Cannella (Hystrio), Tommaso Chimenti (Il Fatto Quotidiano), Silvia Bardi (La Nazione), Simone Martini (Rete Teatrale Aretina) e Isabella Lops (coordinatrice degli Spettatori Erranti) per la scelta del testo vincitore. La terza fase del progetto consiste in una mise-en-espace del testo vincitore, curata per la Rete Teatrale Aretina da Andrea Biagiotti, che vedrà in scena, il prossimo 16 maggio al Teatro Mecenate di Arezzo, Fernando Maraghini, Amina Kovacevich, Uberto Kovacevich, Alessandro Marmorini e lo stesso Andrea Biagiotti.

Il testo vincitore è “JTB” di Lorenzo Garozzo, già vincitore nel 2013 della XXIII edizione del Premio “Hystrio Scritture di scena” e finalista alla 52°edizione del Premio “Riccione per il Teatro”.

Chi è Lorenzo Garozzo.
Lorenzo Garozzo nasce a Cremona nell’82. Tra il 2009 e il 2013, oltre a conseguire la laurea specialistica in Arti, Spettacolo e Produzione multimediale, indirizzo arti performative, vince o è finalista ad una serie di concorsi di drammaturgia tra cui “Tragos”, alla memoria di Ernesto Calindri, “Urgenze” promosso da Teatro Inverso e condotto da Stefano Massini,  Hystrio Scritture di scena_35, Premio Riccione per il Teatro ed è assistente alla regia di Fabrizio Arcuri per l’Accademia degli Artefatti. Ad agosto 2013 viene selezionato nel progetto Biennale College – Teatro 2013, promosso dalla biennale di Venezia, per il workshop a cura di Fausto Paravidino, Azione e punto di vista. Partecipa al progetto “Nollywood” per l’Accademia degli Artefatti e scrive il testo “Una serie di momenti”, commissionato per la stagione 2014/15 da Teatro in Centro (Como). Sempre nel 2014 è assistente alla drammaturgia e alla regia per lo spettacolo “In Trincea” scritto e diretto da Michele Di Giacomo, prodotto da Oyes con il supporto di ERT, testo che si aggiudica il “Premio speciale 100 anni dalla grande guerra”  per la VII edizione del premio Nazionale “Giovani realtà del teatro”.

La motivazione della scelta dei Grandi Lettori
Il testo racconta la storia di JTB, giovane cantante diventato improvvisamente famoso e dei vari personaggi a lui legati in modo diverso. L’ambiente è quello dello star system e della vampirizzazione che questo compie sui suoi protagonisti. La storia è articolata, ben descritta e molto attuale. Restituisce una complessità senza fornirci una morale codificata circa la deriva del sistema della comunicazione nel mondo contemporaneo, denuncia il malcostume generalizzato del voler apparire a tutti i costi e dello sfruttamento da parte dei mass media dei personaggi famosi che vengono usati e gettati via quando non più necessari. Interessante il fatto che racconti punti di vista diversi sullo stesso personaggio e come la psicologia e il carattere dei vari personaggi si dipani gradualmente.

Le motivazioni della Giuria Scientifica

Simone Martini: Il testo molto ben costruito, presenta una bella sfida in quanto impostato fondamentalmente sul monologo; o meglio, su una successione di monologhi. Ho trovato molto ben costruiti i personaggi e i loro percorsi. Molto cinematografico e contemporaneo, ma con illustri precedenti, il citare e il parlare di un protagonista assente sulla scena. Credo sia un testo stimolante da mettere in scena e impegnativo da un punto di vista attoriale.

Tommaso Chimenti: Jtb perché affresca, tra dentro e fuori, tra continue zoomate interiorizzanti ed intime e grandi boccate di spicchi di realtà, la condizione di solitudine dell’uomo contemporaneo, in allerta, in attesa, in difetto, sull’altalena tra il non essere compreso ed il desiderio di essere accolto, non volendo, comunque, stare nella massa come non rimanere da solo con se stesso.

Hystrio: J.T.B. di Lorenzo Garozzo, partitura drammaturgica di grande originalità, il cui autore è riuscito nell’impresa di dare emblematico carisma a un protagonista sempre assente, sottratto alla vista degli spettatori, evocato soltanto dall’alternarsi delle voci di personaggi a lui vicini oppure lontanissimi, accomunati da un bisogno quasi compulsivo, ossessivo di parlare di lui. Questa parabola spietata, per nulla banale e tantomeno moralistica, rispecchia il disagio sociale dei nostri giorni mettendo nel mirino il  culto della celebrità, che rivela e al tempo stesso esaspera il vuoto delle relazioni. Il solipsismo dei personaggi è ulteriormente  rafforzato dalla coerente rinuncia allo strumento del dialogo. La narrazione procede dunque, consequenziale e avvincente, attraverso una serie di monologhi concatenati. Ma l’anti-teatralità di J.T.B. è solo apparente: all’interno di ogni lunga battuta emergono di continuo dinamismo e possibilità di conflitto, grazie a un linguaggio vario, mimetico, credibilmente radicato nella quotidianità ma non appiattito sul naturalismo. Una sfida registica non facile, che speriamo venga raccolta quanto prima.

Silvia Bardi: Scrittura serrata estremamente moderna che porta in scena la fragilità e allo  stesso tempo la spietatezza del mondo  dello spettacolo televisivo di cui le prime vittime sono proprio gli artisti, in questo caso una star del rock. Tutti i personaggi vivono come sanguisughe sulle spalle di Jtb chi per avere visibilità,  chi per fare lo scoop della vita, chi per fare soldi, chi per affrancarsi dalla propria disperazione. Come ha suggerito  lo stesso autore, si potrebbe parlare di un crudele “marketing” con personaggi dati in pasto, prima come eroi maledetti, poi come eroi disperati, al  “cannibalismo” del pubblico. Attuale, attualissimo, che ti fa arrivare in fondo d’un fiato e che riesce a farti vedere dal di fuori che anche noi, in fondo, facciamo ogni giorno la nostra parte in questo gioco al massacro.