Rete Teatrale Aretina

TROVATA UNA SEGA

sabato 29 febbraio / 21:30 / Teatro Dovizi di Bibbiena

Teatro Dovizi di Bibbiena

Sabato 29 Febbraio ore 21:30
TROVATA UNA SEGA
Scritto, diretto e interpretato da Antonello Taurino
Luci Ornella Banfi
Suono
Ivan Garrisi
produzione Teatro della Cooperativa

Quando il caso incatena gli eventi meglio di uno sceneggiatore hollywoodiano. Più di trent’anni dopo, il racconto per “Attore e Proiettore” sulla perfetta sequenza di eventi di quell’estate ’84. La leggenda la conoscevano tutti, a Livorno: nel 1909 Modigliani pare avesse gettato nel Fosso Reale alcune sue sculture, deluso per lo scherno di amici incompetenti che lo avevano deriso per quelle opere. Ma quando nel 1984, per celebrarne i cent’anni dalla nascita, il Comune (a latere di una mostra organizzata in suo onore) ne azzarda tra roventi polemiche il temerario recupero, avviene la pesca miracolosa di tre teste che porta davanti ai Fossi di Livorno le TV di tutto il mondo! E subito i maggiori critici d’arte non hanno dubbi a sancire: «Sono dei capolavori, sono di Modigliani!». Ma dopo un mese venne fuori che… non eran proprio di Modigliani… L’invasamento collettivo nel cortocircuito vero-falso e il mistero di alcune morti mai chiarite. Tre studenti burloni e un pittore-portuale dalla vita maledetta. Uno spaccato sociologico sull’Italia d’allora e tantissima, memorabile, comicità involontaria: ecco gli ingredienti di quello che fu definito “lo scherzo del secolo”. Protagonista assoluto di questa storia è il Caso, che infilò in quell’estate una successione di eventi fortuiti talmente meravigliosa che la drammaturgia è già perfetta di suo. Alcune coincidenze sono così incredibili che si stenta a crederci: da lì, l’idea dello spettacolo per “Attore e Proiettore”, quasi che le immagini dell’epoca testimoniassero della veridicità degli episodi raccontati. Dal comico al drammatico, dalla farsa alla tragedia, nella galleria di personaggi non manca davvero nessuno. Per tutto questo, dal punto di vista attoriale, il lavoro si è indirizzato verso un divertito mimetismo di tutti i personaggi che l’hanno popolata, a partire dalla proposta della calda e caratteristica parlata livornese: per far emergere, a scopo comico o meno, la loro umanità.

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