MITO IN FABULA
sabato 20 aprile / 21:00 / Teatro di AnghiariTeatro dei Ricomposti di Anghiari
Sabato 20 Aprile ore 21:00
Ergosum
MITO IN FABULA
con Enrico Lo Verso
diretto da Alessandra Pizzi
Uno spettacolo dedicato al MITO, quello classico ma sempre contemporaneo. MITO in fabula è “un’opera popolare”, un tentativo di intessere, attraverso l’arte, il racconto di storie leggendarie appartenenti a quell’articolato e variopinto repertorio che ci è stato consegnato da Ovidio nelle Metamorfosi. Enrico Lo Verso ripercorre gesta dei grandi e celebri miti, restituendo al racconto la sua funzione principale: rendere immortale il pensiero e il valore della classicità. Uno spettacolo che “pesca” dal passato e dalla poesia epica, per ritrovare insegnamenti e valori che oggi, a distanza di 2000 anni dalla stesura delle Metamorfosi, sono straordinariamente attuali. Se, come diceva Calvino, un classico è un libro che non ha mai smesso di dirci qualcosa, allora, nella rilettura del mito classico ritroviamo le matrici per vivere e comprendere il presente.
Lo spettacolo nasce con l’intento di avvicinare il pubblico alla lettura e alla classicità, abbattendo quella diffidenza che accompagna certe opere memorabili, ma considerate del passato. La regia, di Alessandra Pizzi, sceglie di “spogliare” il mito della sua austerità e renderlo umano, mortale. Da un immaginario Carro di Tespi, scendono i protagonisti della narrazione e restituiscono al mito il suo valore primario, quello di racconto popolare. L’allestimento essenziale conferisce alla narrazione la dimensione ludica e onirica, non priva di spunti e accenni al mondo circense e al sogno felliniano. Musicisti d’eccezione sostengono il racconto, rievocano dimensioni oniriche e interpretano la favola. A sottolineare la magia, le coreografie di danza aerea di Marilena Martina, scandiscono il tragico volo di Icaro, l’entusiasmante nascita della Primavera, il commovente amore di Callisto, l’ira di Atena e la sorte di Aracne. Omaggio, quest’ultimo, al Salento e ai colori della taranta e della terra del “ri-morso”.
ll mito è moderno, come diceva Piero Bernardini Marzolla, a proposito dell’opera di Ovidio, ecco dunque che la poesia diventa storia, che il mito diventa contemporaneo, sveste i panni del racconto epico e diventa cronaca. Parla della vita, lascia le gesta di eroi e racconta i fatti vissuti di un reale. Storie ri-lette con un linguaggio contemporaneo, efficace ed essenziale, riattualizzano il mito, diventano pretesto per raccontare un mondo, in cui nella ricerca del sé, ognuno affonda nelle radici del proprio vissuto che spesso è collettivo. Ecco che il mito diventa “sociale”, crea stereotipi, produce modelli. Nel rapporto tra divinità e miseria delle azioni, sta la dualità dell’uomo moderno e la sua difficoltà a misurarsi con lo “spazio”. Impossibile non trovare nel grande racconto epico tracce evidenti della quotidianità: il mito di Dafne, che si trasforma in albero per sfuggire a chi la pretende in sposa, è il monito su una natura che, oggi più che mai, prova a riprendere i suoi spazi. Nella violenza di cui è vittima Proserpina, ritroviamo i frammenti di un dialogo di genere ancora incompiuto. E nel romantico, se pur fatale, specchiarsi di Narciso in se stesso, leggiamo il culto dell’immagine della società moderna che spesso all’essere, preferisce l’apparire.